Ponte del 2 giugno 2005
Croazia, Imbarcazione Vector 401 "Susak" - Scritto da Elisa "Trinkle"
Croazia - Imbarcazione Vector 401 "Susak"
Andare per mare.
Andar per mare è un rito che si ripete, sempre uguale eppur sempre diverso ogni volta.
Ci risiamo, .. la corsa frenetica in autostrada, spingendo sull'acceleratore incuranti del pericolo, per prendere quel traghetto, un bestione che in quel momento rappresenta la prima tappa verso l'ascesa. La paura di non fare in tempo si mischia con la smania di essere di là, dall'altra parte del sogno; l'adrenalina sale ... le parole si diradano .. i pensieri si perdono.
Tra risate isteriche ci si dà una mano a vicenda con borse, borsine, scatole di pasta, bottiglie di vino, carte di navigazione. Fuori i documenti, ci siamo tutti, dai forza, da questa parte ... Fiiiuuuu ce l'abbiamo fatta !
E scatta il primo brindisi. I visi si rilassano in sorrisi e la stanchezza ti piomba addosso inaspettata.
Passa la notte, lenta e dondolante. L'alba porta con sé il tepore del mattino, il profumo di caffè, una fetta di pane tostato sbriciolato sul tovagliolo e sbocconcellato con poco appetito. L'appetito vero è un altro ... e comincia a farsi sentire prepotente quando da lontano intravedi la marina. Contraddistinte quasi sempre, le marine croate, dalla brezza che viene dal mare, da operai mattinieri e staff in pantaloncini corti, ma come è possibile che i ragazzi dello staff siano sempre così maledettamente carini???? :>
Il primo istinto è quello di scansionare le banchine, ad una ad una, cercando di indovinare quale sia la "tua" barca fra le mille ormeggiate. Sarà questa? O quella laggiù? Magari fosse quella grande spaziosa ...
D'obbligo il check-in. Il capitano sale sulla passerella, rigorosamente per secondo dietro il ragazzetto di turno, e già un primo pezzo è conquistato. L'equipaggio attende impaziente sul molo. Le valigie accatastate, le calzature ormai abbandonate, la pelle bianca che raccoglie i primi raggi di sole dopo un inverno troppo lungo.
Si fanno congetture, si manifestano speranze, si fantastica su quale cabina ti toccherà, se ci sarà abbastanza spazio per stivare tutto il cibo e le bevande e le leccornie che abbiamo comprato ..
Dopo minuti che paiono un'eternità il capitano esce sorridente da sottocoperta. Siamo abili? ... Siamo abili!
L'entusiasmo adesso non lo puoi fermare, la frenesia nemmeno. Si organizza un passa-mano per le valigie, la dinette si affolla, le cose trovano magicamente il loro sito, la barca sembra piccola, ma c'è sempre un angolino nascosto, non visto prima che fa giusto al caso tuo :>
C'è chi sistema ordinatamente le sue cose, chi esce a fumarsi una sigaretta, chi guarda basito il bagno chiedendosi dove diavolo sia lo sciacquone.. chi fa le prove avanti e indietro per la "passerina" cercando di vincere le vertigini, chi arrischia immediatamente di indossare il costume, chiaro segno che la vacanza è cominciata ... dieci minuti di delirio cosmico fino a quando il capitano riprende il controllo dell'equipaggio; issa la bandiera nazionale accanto a quella croata, e il logo azzurro di Sea Tribe sull'albero maestro. Momento catartico.
Tutti sopra coperta, in pozzetto religioso silenzio, occhi luccicanti e bocche spalancate.
Prima raccomandazione ragazzi, sulla barca NON ci sono corde, ci sono cime!!!!! Guai a voi ...
Seconda regola, se volete fare pipì fuori bordo è bene che sappiate la differenza tra sopra vento e sotto vento. ;)
Terza regola, durante le manovre si fa come dico io..
Due agli ormeggi di poppa, uno al corpo morto, lo skipper al timone e gli altri zitti e state bassi!
Ognuno trattiene il respiro, per un tempo infinito - indicibile e poi ... poi si prende il mare.
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